di Felicia Lamonaca
Nei secoli Forio si è caratterizzata per una profonda
religiosità. Sentimenti che trovano la loro espressione
più visibile nella quantità di chiese edificate
nei secoli (circa trenta), parte delle quali ancora oggi esistenti.
La religione rappresenta un elemento radicato e profondo della
coscienza foriana, che trova momento di condivisione nelle
festività cristiane: il Natale, il Venerdì Santo
e la Pasqua. In particolare, durante il periodo che precede la
Resurrezione di Cristo, si concentrano una serie di manifestazioni, che
accompagnano il Figlio di Dio lungo il percorso che attraverso la morte
lo conduce alla vita. Particolarmente sentito a Forio è il
culto dell'Addolorata, documentata dal Seicento in un affresco di
Cesare Calise nella chiesa di S. Carlo e nel 1684 nella chiesa
parrocchiale di S. Sebastiano. Dal dolore della Madre per la morte del
figlio, alla gioia nel riabbracciarlo, il giorno della Pasqua, con la Corsa dell'Angelo.
Nei giorni precedenti alla Pasqua, il crocifisso, di cui è
particolarmente venerato quello del Soccorso, è coperto da
un drappo nero, che simboleggia la morte, che viene fatto cadere
durante la messa solenne al canto del «Gloria».
Il patrono di Forio è S. Vito, tutore
della vite e dei contadini, si festeggia il 15 giugno di ogni anno. La
prima processione si ebbe nel 1662, in occasione della quale fu fatta
realizzare una statua in legno. Nel Settecento tale statua fu
sostituita con quella realizzata su disegnato di Giuseppe Sammartino,
dagli orefici Gennaro e Filippo Del Giudice.
L'itinerario della prima uscita pubblica del patrono segue il seguente
itinerario: Castello a Roccia, la Marina e via Cierco. Gli abitanti
della zona di Casa Di Maio chiedono che si modifichi tale percorso per
includere anche la loro zona. Interviene così
l'Università di Forio, la chiesa infatti è sotto
la sua giurisdizione, che allunga i punti da toccare includendo non
solo Casa Di Maio, ma anche S. Lucia e Monterone.
Bibliografia: AGOSTINO DI
LUSTRO, La Confraternita di Visitapoveri a Forio,
Bologna, Li Causi Editore. 1983, p. 59.